Il softair (definito anche come tiro tattico sportivo) è una attività ludico-sportiva basata su esperienze militari, nel quale si utilizzano delle riproduzioni di armi da fuoco (in plastica o metallo) dette Air Soft Gun (ASG) con propellenti gassosi o elettriche, di rado a molla.
È caratterizzato da una grande varietà di giochi diversi che spaziano da un approccio meramente ludico ad un approccio di tipo sportivo, da un approccio ricreativo ad un approccio strategico-simulativo bellico, comprendendo varie sfumature all'interno di questi quattro estremi.
Spesso vengono svolte delle sessioni di soft air nelle esercitazioni militari nell'ambito del 'team building', del 'problem solving' e della formazione aziendale.
Per motivi di sicurezza è d'obbligo per il giocatore indossare almeno degli occhiali protettivi o maschere per proteggere tutto il viso.
La particolarità di questo gioco è l'essere basato completamente sulla correttezza del singolo giocatore, dato che non esiste alcun modo per provare oggettivamente di essere stati colpiti: è dovere del giocatore, quando avverte l'impatto del pallino avversario, alzare la mano, smettere di sparare e gridare colpito e quindi abbandonare l'area di gioco, evitando di collaborare e comunicare con i propri compagni ancora impegnati nell'azione.
L’arte del camuffamento individuale è un fenomeno recente, divenuto importante solo a seguito delle innovazioni tecnologiche in campo militare a partire dalla fine del '800.
All'epoca delle prime armi da fuoco in battaglia ogni arma produceva una densa nuvola di polvere dopo lo sparo che per diversi secondi annebbiava il campo visivo mentre gli ufficiali sul campo avavano necessità di vedere la disposizione dei propri uomini. Per decenni colori forti e ben visibili dell'uniforme erano perciò preferiti ed inoltre impressionavano il nemico e riducevano le diserzioni.
Con l'avvento di armi piu' potenti e precise, aerei che sorvolavano in perlustrazione, si penso' meglio all'arte della mimetizzazione come mezzo di difesa e di attacco. Così gli inglesi, forse per primi, nel 1880 imposero una uniforme color kaki alle truppe in India e dopo un ventennio furono distribuite anche agli altri reparti. Le truppe dell'Impero russo iniziarono ad usare mimetismi nel 1908, i tedeschi passarono al colore grigio Feldgrau nel 1910 ed i francesi passarono al colore azzurro chiaro agli inizi della I Guerra Mondiale. Dai colori a tinta unita si passo' gradatamente alle 'macchie' più o meno grandi durante la II Guerra Monidiale: i francesi con l'ausilio di artisti di arte figurativa 'dipinsero' le prime macchie. Anche il Regio Esercito italiano che dal 1906 usava il grigio-verde durante il fascismo venne equipaggiato dal primo 'pattern' che poi fu ripreso dagli eserciti cecko ed ungherese. Di li a poco si mimetizzo' anche l'aereo, la nave, i carri e le postazioni. Le forme e colori delle uniformi poi cambio' di molto con le necessità che si presentavano ed anche i tessuti erano e sono tutt'ora milgiorati di frequente.
Il camuffamento si concentra sullo sviare ed ingannare l'occhio umano (e gli altri sensi quando possibilie) dell'osservatore; l'obbiettivo e' quindi ingannare sulla presenza, la posizione ed il movimento del soldato con le tecniche dette di Annullamento Ombre, Rottura delle Linee, Mimetismo puro e Camuffamento Accecante.
Percio' ogni terreno necessita di un preciso disegno che gioca su colori, toni e contrasto. Dalle grandi macchie a 3 colori degli anni 80' (macroschemi) si e' passati a schemi a 'pixel' (microschemi).
Nella pagina successiva alcuni esempi di mimetismo dal 1930 in poi.